Mutuo prima casa: cosa significa per chi vende
In un mercato immobiliare in continua evoluzione, il mutuo resta lo strumento principale per chi acquista casa. Ma cosa succede quando le famiglie si trovano davanti alla scelta tra tasso fisso o variabile? E perché sempre più italiani scelgono mutui lunghi, anche oltre i 25 anni? Vediamolo insieme.
L'acquisto della prima casa resta prioritario
Secondo i dati Kìron Partner, ben il 92,8% dei mutui erogati è destinato all’acquisto della prima casa. Un segnale chiaro: nonostante l’aumento dei tassi e le difficoltà di accesso al credito, la casa continua a rappresentare il progetto di vita più importante per gli italiani.
La finalità residenziale supera nettamente tutte le altre:
- 3,4% per surroga o sostituzione;
- 2,1% per seconda casa;
- meno dell’1% per liquidità, costruzione o ristrutturazione.
Perché il tasso fisso vince su tutto
Il 95% dei mutuatari italiani sceglie il tasso fisso. La motivazione è semplice: in un clima economico incerto, le famiglie vogliono sapere esattamente quanto pagheranno ogni mese, senza sorprese.
In più, dopo l’impennata dei tassi avvenuta tra 2022 e 2023, chi blocca oggi un mutuo fisso beneficia di condizioni più stabili e previsioni meno aggressive per il futuro.
Durate più lunghe, rate più sostenibili
La durata media dei mutui si sta allungando: oggi si attesta a 26,6 anni.
- Il 62,9% dei mutui ha una durata tra 26 e 30 anni
- Solo il 6,8% resta sotto i 15 anni
Questo allungamento permette di alleggerire la rata mensile, anche a fronte di importi più elevati.
Importi più alti: cosa significa per chi vende casa?
Nel 2024 l’importo medio erogato è stato di 119.000 euro, in leggero aumento rispetto al 2023. La maggior parte dei mutui rientra in fasce intermedie:
- 39,9% tra 50.000 e 100.000 euro
- 37,3% tra 100.000 e 150.000 euro
Questo dato è importante anche per chi sta vendendo casa: conoscere la soglia di accessibilità di chi acquista con mutuo ti aiuta a posizionare correttamente il tuo immobile sul mercato.
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